La fertilizzazione del tappeto erboso ha un ruolo determinante nella gestione di un campo di calcio, soprattutto dove esiste un terreno drenato nel quale si verifica periodicamente un impoverimento naturale degli elementi chimici causato dal dilavamento del terreno. Inoltre, nel particolare caso del mantenimento dei campi di calcio, si tende a differenziare un po’ la crescita del prato, esaltando la robustezza nel periodo di utilizzo del campo (autunno-inverno-primavera), contenendo poi invece lo sviluppo estivo che normalmente favorisce l’insorgenza e la dominanza di infestanti macroterme (gramigne, digitarie, setarie, ecc.).
Fondamentale è tipologia degli dei fertilizzanti impiegati e , chiaramente, anche la quantità ed il momento di impiego. Inoltre la capacità di un buon manutentore deve essere quella di trattare diversamente fascie e centro del campo , zone d’angolo ed aree di porta: ogni zona, proprio per il fatto che i giocatori provocano un'usura e deterioramento del prato differente, deve essere trattata con una grammatura di fertlilizzante differente.
Non citando nomi commerciali di prodotti fertilizzanti, precisiamo che questi devono rigorosamente essere in un forma a lenta cessione. Sono da evitare i fertilizzanti cosiddetti “agricoli” (semplici o complessi) che determinano un forte accrescimento iniziale ed un successivo indebolimento del prato a causa del precoce esaurimento del contenuto chimico.
In linea di massima la fertilizzazione del prato nei campi di calcio viene distribuita in quattro periodi:
1° verso la fine dell’inverno per facilitare la ripresa primaverile.
2° alla fine del campionato calcistico in occasione delle operazioni di ripristino del terreno.
3° all’inizio del campionato calcistico per dare robustezza al prato.
4° nel tardo autunno o comunque prima dell’inverno.